La produzione di formaggi in Valle Trompia, è documentata già a partire dal 1484 come riporta l’annalista Pietro Voltolino. Lo stesso Voltolino in data 4 luglio 1490 nel ricordare le prescrizioni per cui si faceva divieto di concedere a forestieri del comune di Bovegno l’uso del pascolo dice che “s’incanta il Monte de’ Roselli coll’onoranza del solito formaggio con patto di pascolarvi con Cavalli e Buoi…“. (In Bovegno di Valle Trompia. Fonti per una storia. Gli Annali del Voltolino: Trascrizione. Cassa Rurale ed Artigiana di Bovegno Editore 1985).
Una documentazione più specifica risale all’inchiesta di Karl Czoernig sull’ “Agricoltura e condizioni di vita dei lavoratori agricoli lombardi nel periodo 1835- 1839“ allorquando il Vicerè Ranieri presentò all’imperatore d’Austria Ferdinando I° i risultati un’inchiesta sull’agricoltura delle province lombarde.
Carlo Cocchetti (Brescia e la sua Provincia in Grande Illustrazione del Lombardo Veneto 1858) cita per la loro bontà i formaggi prodotti nel comune di Collio.
Bortolo Benedini nel 1881, relaziona al Senatore Jacini (Presidente della Giunta per l’inchiesta agraria) anche sulla situazione dell’agricoltura in Valle Trompia specificando che “i mandriani della Valle Trompia allevano un’indigena a pelo castano o marrone scuro … a volte formentino, … con particolare attitudine alla produzione di latte“ (ndr razza Bruna Alpina).
In un documento del 1933 dal titolo “Vita in un Comune Bresciano” – Bovegno n.d.r. – il prof. Domenico Brentana, docente di zootecnia all’università di Parma, si ritrova una descrizione sia dei formaggi prodotti che delle strutture in cui tali formaggi sono ottenuti. Brentana riporta che dall’inizio del secolo (1900) sorsero e sparirono a Bovegno 3 o 4 caseifici che raccoglievano il latte dei piccoli produttori, arrivando ad una lavorazione media giornaliera di 3 – 4 q.li di latte che veniva lavorato per ottenere formaggio a pasta cotta in forme di circa 20 Kg, burro e formaggi a pasta molle grassi e semigrassi (formaggelle) o magri (stracchetti).
L´idea di tutelare il Nostrano Valtrompia tramite un´apposita Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) nacque negli ultimi anni del secolo scorso. Proprio la raccolta di documenti storici, oltre che la definizione delle caratteristiche specifiche del Nostrano, valsero il riconoscimento della D.O.P nel 2012.